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Comunità Montana

La comunità Montana Media Valle Crati, con sede a Montalto Uffugo ha avviato un programma di difesa ambientale nel quale gli interventi di salvaguardia e tutela del paesaggio montano sono armonizzati con il recupero della rivitalizzazione dei centri abitati, in un disegno mirato allo sviluppo generale del territorio. Nel 1977 il Comune di Montalto Uffugo concesse alla Comunità Montana i primi 83 ettari dove fu realizzato il centro pilota del parco che costituisce la più importante struttura montana operativa. La flora è diversificata nella distribuzione sul territorio e molte sono le specie presenti sia albore che erbacee.

Nell'area dell'alta collina e submontana (dai 500m agli 800m) la vegetazione è rappresentata prevalentemente da boschi, in gran parte di castagno governato a ceduo, mentre su altre aree più limitate vi sono boschi misti con querce, limitate aree con olmo e conifere da impianti artificiali con specie non autoctone quale il pino laricio e la dusgasia. In aree più marginali sono presenti forti raggruppamenti di robinia mentre in alcune aree umide sono presenti raggruppamenti misti di pioppo ed ontano napoletano. Fra le specie arbustie maggiormente presenti vanno ricordate l'agrifoglio,il pungitopo,le ginestre,il cisto,il biancospino,la rosa canina. Una caratteristica particolare è data alla vegetazione rivierasca lungo i numerosi fiumi e ruscelli che solcano i pendii di questo territorio ove insieme alle specie arboree come pioppi,salici ed ontano sono sviluppati gli arbusti quali il sambuco,il rovo,oltre l'edera e la vitalba che si sviluppano coprendo interi gruppi di piante arboree costituendo nelle formazioni vegetali molto particolari. Nell'area montana(oltre gli 800m) la vegetazione diventa molto più omogenea e sono prevalenti i boschi di faggio che dominano su tutte le altre specie presenti. In questa fascia vi sono delle aree non coperte da vegetazione arborea ed alcune ove il terreno è profondo,umido e con caratteristiche chimiche che danno una composizione acida, dove prevale la felce aquilina che si sviluppa in forma così intensa da limitare lo sviluppo d'ogni altra specie. In altre aree sboscate con caratteristiche podologiche del tutto diverse si riscontrano i tipici prati di montagna con la presenza di numerosissime specie erbacee. In queste ultime aree l'aspetto positivo prevalente è dato dalla piacevole sensazione visiva che, prevalentemente nel periodo primaverile ed estivo, viene offerta dalle abbondanti e diversificate fioriture. Tra le specie da ricordare sono il crocus, il cardo, le viole,le primule,le margherite,le orchidee, i narcisi, i gladioli, i gigli, le veroniche e tante altre entità diverse. Una citazione particolare merita il ciclamino che nei boschi di faggio ha una diffusione così intensa tanto che nel periodo di fioritura conferisce ad alcuni pendii una colorazione tipica che ha contrasto con gli altri colori del bosco a costituire un motivo per lunghe escursioni. Altre che possono essere fonte di reddito, si tratta del timo, l'origano,l'anice e la camomilla.

Nel sottobosco crescono molte specie di funghi che si diversificano in base alle caratteristiche podologiche e alle diverse formazioni vegetali; fra i commestibili più apprezzati ricordiamo il porcino, l'ovulo, la mazza di tamburo e il gallinaccio. La fauna della zona e caratterizzata dal clima(fortemente umido perché le perturbazioni di origine atlantica sospinte dai venti occidentali, condensano sottoforma di pioggia o nebbie persistenti), dalla vegetazione arborea (rappresentata da foreste di faggio alle quote più alte e da castagneti e querceti più in basso) e dalle modificazioni secondarie(prati,coltivi,insediamenti rurali ed urbani) apportate dall'uomo. Nonostante queste trasformazioni, la fauna è notevolmente diversificata, mostrando specie di rilevante interesse naturalistico,come per esempio il Lupo. Di notevole interesse naturalistico è la presenza del tritone: il Tritone Cestato ed il Tritone Alpino. Ambedue sono specie tipicamente montane e colonizzano gli stagni e le ampie pozze situate ad alta quota. In particolare le popolazioni della catena costiera di TRITONE ALPINO(la specie non compare sugli altri rilievi calabresi ed è quindi esclusiva della zona)sono state attribuite ad una sottospecie tipica: Triturus alpestris inexpectactus, che sull'Appennino è presente soltanto in pochi siti del Lazio e della Toscana.

Di notevole valore protezionistico è la recente ricomparsa del lupo sui monti della catena costiera. Un tempo presente in tutta Italia questa specie ha subito negli ultimi anni un grosso calo numerico, dovuto a cause di origine antropica come la disgregazione delle catene alimentari naturali dovuta alla manomissione dell'ambiente. È importante vedere che nella fauna della catena costiera per la presenza di alcune specie come il Tritone alpestris ed altri rapaci come lo sparviero,il falco,l'allocco e la poiana, molti naturalisti sostengono, che tutto ciò sia importantissimo indicatore della salute biologica di quella zona.